Cima Alta e il Montagnone.

Al cospetto del paretone dove le montagne sono solo un nome sulla carta.


Una lunga escursione di primavera per raggiungere due caratteristiche cime e conoscere nuovi ed interessanti angoli del Gran Sasso. Ci sia avvia dal piccolo borgo di Casale San Nicola, ultimo abitato nella Valle Siciliana proprio dove la vallata va a chiudersi a ridosso del versante nord del Corno Grande; un paesino il cui orizzonte, altrimenti bello ed unico, è stato in parte segnato dall’autostrada che incombe con i suoi altissimi piloni eretti a fianco delle case ed un non poco rumore di fondo. Ci si avvia dalla piccola piazzetta centrale dove si è accolti dal suono di una cascata di acqua scintillante che proviene direttamente dallo scioglimento degli ampi nevai che in primavera ancora si protendono fin quasi a valle; su una casa colore rosa risalta un segnale che indica la direzione verso cui dirigersi per imboccare il sentiero che conduce sino a Prati di Tivo, percorso che in questo tratto coincide con il Sentiero Italia: si sale qualche viuzza e in un attimo si è fuori dal paese su una mulattiera, immersi in una natura che accoglie incontaminata in un ambiente sovrastato dalla mole della parete nord del Corno Grande, il famoso Paretone. Scompare così, quasi subito, la vista l’autostrada ed i suoi rumori e lo sguardo spazia su boschi, rocce e nevai mentre dai profondi fossi circostanti sale il suono dei tumultuosi corsi d’acqua stagionali. La salita inizia subito a mostrare i suoi connotati: si tratta infatti di percorso tutto sommato breve che in pendenza discreta e continua conduce sin sotto la cresta dell’Arapietra, anche se non mancano innumerevoli spunti per veloci soste contemplative del panorama che si amplia via via che si guadagna quota. Dopo un primo tratto lungo una carrareccia che costeggia un fosso colmo di pozze cristalline e cascatelle si lambisce la fonte San Nicola ed a seguire con un paio di svolte si raggiunge un pianoro dove è la chiesa di San Nicola in una bella ambientazione cui fa da cornice la mole del Corno Grande. Dopo una sosta (c’è anche qualche panca di fronte al sagrato) si prende il sentiero subito dietro la costruzione seguendo al bivio l’indicazione “per la Madonnina” e si inizia subito a salire per un sentiero sempre ben marcato che offre di quando in quando notevoli scorci; giunti a circa metà della salita, in corrispondenza di uno slargo si stacca una mulattiera sulla sinistra che si prende per qualche metro e poi ci si porta in cima ad una breve crestina con un sentierino evidente che conduce ad un belvedere che si aggetta sul profondo fosso sottostante e consente una formidabile visuale dal Paretone fin verso l’intera catena delle cime orientali del Gran Sasso. Ritornati indietro al sentiero principale si riprende la salita fino ad uscire dal bosco in corrispondenza di una vasta radura dove la vista si amplia ulteriormente e compare all’orizzonte la sagoma dell’albergo diruto sulla cresta dell’Arapietra e più dietro il profilo del Corno Piccolo; si continua a salire per prati (segnavia a terra) mantenendosi al limitare del bosco sino a raggiungere il Rifugio San Nicola: una costruzione in pietra su due piani purtroppo in stato di abbandono, situato in posizione strategica proprio di fronte al Vallone delle Cornacchie, dove vale sicuramente la pena concedersi una sosta ristoratrice, seduti sul muretto di fronte all’uscio godendosi la vista dell’ambiente circostante. Per dirigersi verso la Cima Alta la carta riporta poco più in alto del rifugio la prosecuzione prendendo sulla destra il sentiero “200” (Sentiero Italia) che in effetti abbiamo individuato ma trascurato dal momento che la traccia scompariva subito sotto la neve ancora abbondante nel bosco fitto e quindi sarebbe stato sicuramente piuttosto faticoso da affrontare. Abbiamo quindi optato per continuare a salire con l’obiettivo di aggirare il bosco più in alto ed intercettare un’altra traccia segnata anch’essa sulla carta che in effetti abbiamo individuato proprio a ridosso delle formazioni rocciose sommitali dell’Arapietra e che si è dimostrata sicuramente meglio praticabile. Con un lungo traverso avendo la Cima Alta già in vista ci si porta così a ridosso di un ampio pianoro, Piana del Laghetto, che culmina con un affaccio verso le colline del teramano: proprio al limitare del pianoro si trova una grande croce che già si vedeva abbastanza bene proprio dalla piazzetta di Casale San Nicola da cui ha avuto inizio l’escursione. Allo stesso pianoro giunge anche la strada carrozzabile che sale da Prati di Tivo ma oggi non c’è l’usuale affollamento di auto in sosta perché c’è ancora della neve ad ostruire la via .. e quindi abbiamo l’occasione di trovarci in questo bel posto in splendida solitudine!! Dalla sella dove termina la strada si prende direttamente la dorsale che sale verso Cima Alta seguendo una traccia che in breve conduce al boschetto di faggi bassi che copre per intero la piatta cima; si prosegue attraversando la macchia e si scende senza via obbligata dal versante opposto a quello di salita fino a raggiungere la sella denominata “Forchetta” che separa dal Montagnone. Dalla sella tornano ad essere presenti i segnavia bianco/rosso che conducono verso una traccia che si addentra nella macchia che copre il versante occidentale della montagna, l’unico percorribile per portarsi sulla cresta: si sale quindi in modo progressivo sul sentiero sempre ben segnato fino a trovarsi improvvisamente fuori dal bosco e proprio sul filo della cresta sommitale che si può seguire per un pò con colpi d’occhio sorprendenti in ogni direzione e verso la catena del Gran Sasso. Per il ritorno, in alternativa a ripercorrere i propri passi ci si può dirigere verso la base della grande croce ed imboccare l’evidente sterrata che dal pianoro si dirige a sud in direzione di una costruzione su due piani, anche questa in abbandono, ben visibile al limitare del bosco; la sterrata lambisce l’edificio e termina in una radura in piano proprio dove inizia la faggeta ed un segnavia a terra (l’unico che abbiamo notato) indica la direzione da seguire. Una volta entrati nel bosco non abbiamo più trovato indicazioni salvo qualche punto occasionale di vernice rossa sbiadita su degli alberi nonché qualche breve tratto che assomigliava vagamente ad una traccia: in effetti nelle carte è indicato un sentiero senza numerazione che attraversa il bosco in direzione nord-sud per ricongiungersi a quello percorso in salita (il “200” o anche Sentiero Italia) più o meno alla quota di 1.300 metri, ma che all’andata pur avendolo cercato non abbiamo individuato. Ad ogni modo l’attraversamento del bosco non presenta particolari problemi di orientamento: è infatti sufficiente mantenere la direzione e puntare verso la sagoma del Corno Grande che di quando in quando compare tra le chiome degli alberi e dopo una mezz’ora di cammino, superando numeroso fossi, ci si ritrova sul sentiero fatto all’andata che si percorre a ritroso fino a ritornare a Casale San Nicola.